Intervista a Andrea Rizzoli, Professore all’istituto IDSIA

in SUPSI dal 1997

Si ricorda il suo primo giorno all’Istituto IDSIA?

Iniziai a lavorare all’IDSIA nel 1996. A quel tempo l’istituto era ospitato nel palazzo Riziero Rezzonico, attualmente occupato dalla Biblioteca dell’USI. Al piano terra c’era l’ufficio del Segretario Generale Mauro Dell’Ambrogio che poi è diventato Segretario di Stato per l’educazione e la ricerca. L’IDSIA era al primo piano e il direttore era Carlo Lepori, con Luca Gambardella e Juergen Schmidhuber. Mi venne assegnata una postazione in una stanza molto grande e già allora si respirava un’atmosfera particolare, di grande fermento intellettuale, ma forse anche dovuta alle numerose sigarette fumate da Gambardella che in quel periodo stava lavorando accanitamente a delle implementazioni efficienti del suo algoritmo di Ant Colony Optimization assieme a Marco Dorigo. Adesso, all’IDSIA è rimasto fortunatamente solo il fermento intellettuale visto che Gambardella non fuma più.

Da quel momento, sono trascorsi più di 20 anni… Qual è stato il suo percorso all’interno della nostra Scuola universitaria?

Nel 2000 l’IDSIA fu incorporata nelle strutture universitarie del Cantone. Prima di allora era sostenuta in parte dalla omonima Fondazione Dalle Molle, creata da Angelo Dalle Molle per sostenere i diversi istituti che aveva fondato in Svizzera, e in parte direttamente dalla Conferderazione. A quel tempo io ero ancora un ricercatore dell’IDSIA, ma l’integrazione nella SUPSI mi ha dato l’opportunità di crescere anche come insegnante. Ricordo il primo colloquio che feci con Renato Pamini e Carlo Spinedi che cercavano un docente di informatica che potesse insegnare il linguaggio ADA agli studenti del primo anno. Iniziò così una bellissima collaborazione didattica con Renato che ricordo ancora oggi con grande stima e affetto. Nel frattempo proseguivo con le attività di ricerca grazie al sostegno dell’IDSIA e dei miei colleghi. Sono stato quindi promosso a Ricercatore Senior e infine sono diventato Professore SUPSI nel 2005; credo di essere stato uno dei primi.

Essere attivi presso la stessa realtà da così tanti anni è segno di attaccamento: Cosa le piace di più del suo lavoro?

La varietà e gli stimoli continui che mi vengono sottoposti. Il lavoro di un ricercatore e di un docente non è mai uguale a quello del giorno prima, l’aggiornamento è continuo così come le sfide.

C’è un progetto o un’attività particolare, a cui ha preso parte, di cui va particolarmente fiero o che ritiene importante per lo sviluppo della Scuola o di un suo settore/ambito?

Tutti i progetti che ho seguito sono nel mio cuore, ma voglio ricordare sia il primo progetto che ho portato a termine, sia l’ultimo appena concluso. Il primo è stato un progetto co-finanziato dalla Commissione per la Tecnologia e l’Innovazione svolto in collaborazione con la DSP di Manno. In quel progetto abbiamo realizzato un sistema per la gestione ottimizzata di un terminal per container applicando tecniche innovative di ottimizzazione e simulazione, e siamo riusciti a mostrare come fosse possibile aumentare in maniera significativa il numero di container gestiti dal porto grazie ad una gestione intelligente dei movimenti delle gru sul piazzale. L’ultimo progetto invece è stato qualcosa di completamente diverso: un progetto Europeo con 10 partner internazionali che ha sviluppato un sistema per la gestione della domanda idrica in area urbana. Il sistema SmartH2O ha mostrato come sia possibile ridurre il consumo di acqua da parte delle famiglie anche fino al 20% solamente grazie a stimoli motivazionali erogati dalla piattaforma informatica. Sono due progetti molto diversi tra di loro, ma che mostrano quanto sia vero quello che dicevo prima riguardo al perché mi piace il mio lavoro.

C’è un ricordo particolarmente felice o un aneddoto che vorrebbe condividere?

Non so se sia un ricordo felice, ma quando l’IDSIA era nella sua vecchia sede ci trovavamo sempre a prendere il caffè tutti assieme nella cucina dell’IDSIA. Oltre a Gambardella, Schmidhuber e Lepori, c’erano altri nomi noti in SUPSI come Sandro Pedrazzini, ora all’ISIN, e Marcus Hoffmann, ora presso il DACD. Spesso veniva anche Mauro Dell’Ambrogio insieme a Benedetto Lepori, attuale responsabile del Servizio Ricerca USI. Una mattina mi accorgo che qualcosa si stava muovendo “dentro” la macchina del caffè; mi avvicino per esaminare meglio e scopro con raccapriccio che la macchina era infestata da piccoli scarafaggi. Insomma, abbiamo bevuto per un bel pezzo un caffè “arricchito” di proteine animali. Adesso sono entrate in commercio le polpette di insetti: all’IDSIA eravamo all’avanguardia anche in materia di alimentazione!

Se volesse rivolgere un augurio alla SUPSI per il suo anniversario, guardando magari al futuro, cosa direbbe?

Auguro alla SUPSI altri 20 anni come questi, in cui ha saputo coniugare ricerca, didattica e innovazione tecnologica, diventando protagonista apprezzata in Ticino, in Svizzera e anche fuori dai confini nazionali grazie ai numerosi progetti in collaborazione con partner europei.