Intervista a Ivan Defilippis, Responsabile Master MSE

in SUPSI dal 1997

Si ricorda il suo primo giorno in SUPSI?

Alla SUPSI il primo giorno è andato bene: già lavoravo nella precedente scuola, la STS, dove ho avuto la fortuna di essere accompagnato in classe dal collega Paolo Ceppi, già allora responsabile del corso di laurea in elettronica. Con la classe il rapporto è stato subito ottimo, gli studenti erano preparati e motivati. Qualche problema l’ho avuto nel primo anno per l’enorme lavoro di preparazione richiesto.

Da quel momento, sono trascorsi più di 20 anni… Qual è stato il suo percorso all’interno della nostra Scuola universitaria?

In seguito all’integrazione della STS in SUPSI, sono passato ad un’occupazione a tempo pieno, con mansioni di insegnamento e di ricerca nell’allora LME (Laboratorio di Microelettronica) che era la sola unità di ricerca nel dipartimento (a brevissimo tempo si sono poi aggiunti i già esistenti istituti IDSIA e ICIMSI). Con l’aumento del volume di ricerca si è reso necessario strutturare maggiormente il dipartimento: sono così nati anche altri 2 laboratori nel campo dell’elettronica (SMT e TTHF). In seguito, ho vinto il concorso interno per la funzione di responsabile di LMIT (ex. LME) e sono stato nominato Professore SUPSI.
In parallelo all’insegnamento e alla ricerca in LME, ho svolto per alcuni anni la funzione di delegato al corso di laurea Bachelor di Ingegneria elettronica. Quando il collega Carlo Spinedi è andato in pensione, ho lasciato la responsabilità del corso di laurea Bachelor per riprendere la responsabilità del corso di laurea Master in ingegneria (MSE, Master of Science in Engineering) che offre la laurea magistrale in tutte le discipline insegnate al DTI. Per forza di cose, oggi sono molto meno impegnato con mansioni di ricerca; nel contempo mantengo le due funzioni di insegnate e responsabile MSE.

Essere attivi presso la stessa realtà da così tanti anni è segno di attaccamento: cosa le piace di più del suo lavoro, del mondo SUPSI?

Poter insegnare e fare ricerca al medesimo tempo è un privilegio estremamente gratificante. La ricerca permette di mantenere le proprie conoscenze allo stato dell’arte, cosa che in una disciplina ad alto contenuto tecnologico e d’innovazione come l’elettronica non è “automatica”. L’insegnamento arricchisce per il contatto umano che si stabilisce con gli studenti, ma è anche uno stimolo per mantenere e incrementare le proprie conoscenze. Le responsabilità nei corsi di laurea sono un ulteriore stimolo a conoscere e capire il mondo universitario svizzero ed internazionale. Offrono inoltre la preziosa possibilità di confrontarsi con colleghi di altre SUP svizzere su temi concreti di politica universitaria.

C’è un progetto o un’attività particolare, a cui ha preso parte, di cui va particolarmente fiero o che ritiene importante per lo sviluppo della Scuola o di un suo settore/ambito?

Per un ingegnere non vi è più grande soddisfazione nel vedere il risultato di un progetto portato sul mercato. È il segno che non solo la ricerca è stata fatta bene ed ha quindi portato a ottimi risultati dal punto di vista teorico, ma che l’obiettivo era ben posto e rispondeva a un bisogno reale. Per questo motivo, dei molti progetti ai quali ho preso parte con le più svariate funzioni, due in particolare, svolti in collaborazione con la sede svizzera di una multinazionale dell’elettronica integrata, mi sembrano particolarmente ben riusciti. Questi progetti hanno portato allo sviluppo di unità di crittografia integrata che sono finite in molti apparecchi domestici.

C’è un ricordo particolarmente felice o un aneddoto che vorrebbe condividere?

Non mi pare giusto ricordare un solo evento: moltissimi sono infatti i momenti di sorpresa, stupore, felicità che hanno costellato questi 20 anni e più. Dai premi e concorsi vinti da nostri studenti o diplomati, al riconoscimento della qualità impeccabile del lavoro svolto da parte di terzi, al lancio di un satellite completamente concepito e realizzato in Ticino, alla creazione, grazie a progetti svolti, di opportunità di lavoro qualificato in Ticino.

Se volesse rivolgere un augurio alla SUPSI per il suo anniversario, guardando magari al futuro, cosa direbbe?

Nelle società moderne o post-industriali, avere un sistema di formazione universitario di prim’ordine non è un lusso bensì una necessità. Ora che ha raggiunto la maggiore età, vorrei vedere la SUPSI competere sempre più nel “campo dei grandi” al fine di offrire al Ticino un supporto allo sviluppo sociale, tecnologico e industriale di altissima qualità. Per questo le auguro innanzitutto di avere successo sia nella formazione, aumentando il numero degli studenti, sia nella ricerca applicata, acquisendo sempre più progetti di valore, sia come tecnologia che come applicazioni industriali. Il tutto, naturalmente, con l’indispensabile supporto da parte delle istituzioni preposte a farlo, Cantone e Confederazione in primis.