Intervista a Paola Solcà, docente e ricercatrice senior, Dipartimento economia aziendale, sanità e sociale

in SUPSI dal 1997

Si ricorda il suo primo giorno in SUPSI?

Ricordo l’inizio dell’anno accademico nella sede di Trevano – in precedenza eravamo a Mendrisio in uno stabile all’interno del parco di Casvegno – e l’incontro con tanti nuovi colleghi e colleghe con cui ho condiviso negli anni esperienze e progetti. Eravamo tutti emozionati e al contempo intimoriti per l’avvio di questa nuova avventura chiamata SUPSI.

Da quel momento sono trascorsi 20 anni… Qual è stato il suo percorso all’interno della nostra Scuola universitaria?

Un percorso appassionante, caratterizzato da scambi arricchenti che mi hanno consentito di crescere a livello professionale e personale. Penso in particolare alle numerose opportunità di confronto tra un’antropologa e un docente di teatro, una musicista, un architetto, una economista… alla creatività, all’impegno e alla fatica con cui si sono costruiti percorsi pedagogici didattici innovativi e progetti di ricerca con partner del territorio, istituzioni nazionali e collaboratori di altre SUP e università.

Essere attivi presso la stessa realtà da così tanti anni è segno di attaccamento…

Sì, sento una forte appartenenza: ho creduto e credo tuttora in questo importante progetto universitario e nell’articolazione tra la dimensione professionale e quella accademica.

Dalla fondazione ad oggi la SUPSI ha vissuto un importante sviluppo: un percorso a cui hanno contribuito e contribuiscono tutti i collaboratori attivi, nelle diverse funzioni, in tutti i mandati. C’è un progetto o un’attività particolare, a cui ha preso parte, di cui va particolarmente fiero o che ritiene importante per lo sviluppo della Scuola o di un settore/ambito?

Il progetto pionieristico di pratica professionale nell’ambito della cooperazione internazionale, avviato nel 2002, ha permesso a numerosi studenti in Lavoro sociale di svolgere una pratica professionale in contesti extra-europei. Tale esperienza è stata ripresa da altri corsi di laurea e oggi è una realtà consolidata e valorizzata anche all’esterno. In parallelo, grazie al lavoro svolto da un’équipe di colleghi esperti nel settore, la SUPSI vanta oggi di un CAS in Cooperazione e sviluppo giunto alla sua quarta edizione come pure di svariate attività di ricerca.

C’è un ricordo particolarmente felice o un aneddoto che vorrebbe condividere?

Il concerto dell’Orchestra multietnica di Piazza Vittorio nell’aula magna di Trevano nel mese di settembre 2012. In occasione dell’inizio dell’anno accademico, musicisti provenienti da ogni dove, con i loro suoni e ritmi hanno contagiato il pubblico presente creando un’atmosfera a dir poco magica.

Se volesse rivolgere un augurio alla SUPSI per il suo anniversario, guardando magari al futuro, cosa direbbe?

L’augurio è di mantenere viva la pluralità degli sguardi e dei linguaggi che la compongono.