Intervista a Samuel Antonietti, docente-ricercatore, Dipartimento ambiente, costruzioni e design

in SUPSI dal 1997

Si ricorda il suo primo giorno in SUPSI?

Di preciso non mi ricordo quel giorno… Io lavoravo per l’Istituto Cantonale Tecnico Sperimentale (ICTS), integrato nella SUPSI nel 1997: mi ricordo che, questo passaggio, era visto con un po’ di timore. Ma con il passare del tempo mi sono ricreduto e oggi, trascorsi 20 anni di attività, sento di collaborare in una struttura solida.

Da quel momento, sono trascorsi 20 anni… Qual è stato il suo percorso all’interno della nostra Scuola universitaria?

La mia formazione professionale iniziò nel 1990 presso l’ICTS, dapprima come apprendista laboratorista in fisica (dal 1990 al 1994) e successivamente in qualità di tecnico di laboratorio. Grazie al supporto dell’allora direttore del Dipartimento ambiente costruzioni e design, Franco Gervasoni, e del direttore del Laboratorio Tecnico Sperimentale (ex ICTS) Tiziano Teruzzi, nel 2005 iniziai a frequentare il Bachelor in Ingegneria civile presso il DACD. Dopo il conseguimento del diploma, da collaboratore tecnico diventai collaboratore scientifico e, con il trascorrere degli anni, nel 2015 cambiai funzione e diventai docente-ricercatore.

Essere attivi presso la stessa realtà da così tanti anni è segno di attaccamento: cosa le piace di più del suo lavoro, del mondo SUPSI?

Dopo così tanti anni di attività svolta presso lo stesso Istituto, ci si potrebbe attendere una monotonia nello svolgimento delle attività quotidiane. Nel mio caso specifico, le attività di servizi, ricerca, così come quelle legate alla didattica, si sviluppano in modo diversificato e suscitano sempre molto interesse. A tal proposito, mi risulta difficile non essere attaccato e grato alla SUPSI per le opportunità date.

Dalla fondazione ad oggi la SUPSI ha vissuto un importante sviluppo: un percorso a cui hanno contribuito e contribuiscono tutti i collaboratori attivi, nelle diverse funzioni, in tutti i mandati. C’è un progetto o un’attività particolare, a cui ha preso parte, di cui va particolarmente fiero o che ritiene importante per lo sviluppo della Scuola o di un suo settore/ambito? Se sì, per quale ragione?

Sì, si tratta di un progetto di ricerca su cui sto lavorando attualmente, inerente il riutilizzo di materiali di scarto a base di leganti cementizi provenienti dalle demolizioni di manufatti e destinati allo smaltimento in discarica. Lo scopo della ricerca è di valorizzare questi scarti conseguendo nuovi calcestruzzi adatti alla realizzazione di nuove opere d’edilizia comune e del genio civile, riducendo pertanto il volume di materiale inerte depositato nelle discariche.

Oggigiorno sempre più spesso ci troviamo confrontati con problematiche legate allo sfruttamento del territorio. Nel caso specifico dello smaltimento degli scarti provenienti dalla demolizione di opere edili e del genio (per es. abitazioni mono o plurifamiliari, ponti e viadotti), l’opportunità di rivalorizzare questi detriti permette di ridurre il numero di discariche e i relativi costi di smaltimento. Anche se in piccola parte, contribuire alla sostenibilità ambientale mi rende fiero.

C’è un ricordo particolarmente felice o un aneddoto che vorrebbe condividere?

Considerando la mia crescita e il mio vissuto, posso confermare che in SUPSI, dimostrando impegno ed interesse, vi è la possibilità di costruire una formazione professionale solida che, generalmente, viene sostenuta dai dirigenti. Spero che in futuro si possa continuare a contare su un rapporto sociale ed umano come quello ottenuto sino ad ora.

Se volesse rivolgere un augurio alla SUPSI per il suo anniversario, guardando magari al futuro, cosa direbbe?

La mia esperienza in SUPSI dimostra, penso, che accrescere le proprie competenze è possibile; ci vuole molta determinazione, passione e una sana ambizione. L’augurio che mi sento di rivolgere alla SUPSI è che sia sempre in grado di fornire gli strumenti di competenza necessari ad affrontare le nuove sfide di domani, realizzando progetti di ricerca innovativi e continuando ad offrire servizi sul territorio. Auguro alla SUPSI di rimanere un punto di riferimento per le istituzioni, le aziende e per tutti coloro che credono nella professionalità. Infine, le auguro di non perdere l’interdisciplinarietà che ne contraddistingue la struttura organizzativa e che, anzi, questo diventi sempre più un punto di forza.