Intervista a Domenico Iacobucci, Responsabile del Servizio della logistica, Direzione SUPSI

in SUPSI dal 1997

Si ricorda il suo primo giorno in SUPSI?

Il primo giorno reale in SUPSI, continuato senza interruzioni fino ad oggi, è in realtà il 13 settembre 1976. Evidentemente la SUPSI non esisteva ancora, e probabilmente non era nemmeno nei pensieri di nessuno. Era il primo giorno di scuola presso la Scuola Tecnica Superiore dove vi è l’attuale sede SUPSI di Lugano Trevano. Da quel momento, praticamente non ho mai abbandonato la scuola che ha vissuto evidentemente profonde trasformazioni.

Proprio per questa premessa, per me è impossibile identificare il primo giorno in SUPSI in quanto la nascita della SUPSI e le conseguenti trasformazioni delle scuole che vi sono state integrate, le ho vissute in prima persona, ma i cambiamenti si sono svolti nell’arco di diversi anni.

Nel periodo di nascita della SUPSI avevo attivamente partecipato alle indispensabili trasformazioni che hanno toccato i corsi di laurea in architettura e ingegneria civile. In particolare poi, il corso di laurea in architettura doveva confrontarsi con la nascita dell’Accademia di architettura dell’USI cercando di trovare e promuovere un proprio chiaro profilo formativo.

Da quel momento, sono trascorsi 20 anni… Qual è stato il suo percorso all’interno della nostra Scuola universitaria?

Nei primi anni della SUPSI – continuando ad occuparmi degli aspetti didattici collegati all’informatica specifica di architettura e ingegneria civile – quale membro di direzione del Dipartimento Costruzioni e territorio (ora DACD) l’impegno maggiore è stato assorbito dagli aspetti didattici, come indicato precedentemente. La creazione della SUPSI e la necessità di profilarsi rispetto alla nascente realtà dell’Accademia di architettura è stata un’occasione formidabile per ragionare e stimolare la rivisitazione delle formazioni in architettura e ingegneria civile. Occasione che, a mio parere, è stata ampiamente utilizzata, grazie al fattivo contributo dei docenti.

Nei primi anni 2000 abbiamo dovuto affrontare anche alcuni anni nei quali il numero di studenti per queste formazioni era veramente basso. Di conseguenza, abbiamo dovuto confrontarci con la necessità di promuovere le formazioni SUPSI nella regione, cosa sconosciuta per quegli anni e per le scuole precedenti.

Ho potuto quindi apprezzare l’autonomia data ai dipartimenti e la rapidità delle decisioni SUPSI che hanno permesso di affrontare con successo queste tematiche.

Parallelamente alle tematiche didattiche ho iniziato ad occuparmi degli aspetti logistici globali della SUPSI, gestendo i primi raggruppamenti delle varie sedi di dipartimenti e istituti. Cosa che sta continuando ancora oggi con i progetti dei campus SUPSI che si stanno concretizzando.

Essere attivi presso la stessa realtà da così tanti anni è segno di attaccamento: cosa le piace di più del suo lavoro, del mondo SUPSI?

L’attività è particolarmente stimolante ed è interessante poter collaborare con un notevole numero di persone per far crescere e realizzare i vari progetti. Apprezzo particolarmente anche il senso di responsabilità e di autonomia nella gestione dei progetti.

Dalla fondazione ad oggi la SUPSI ha vissuto un importante sviluppo: un percorso a cui hanno contribuito e contribuiscono tutti i collaboratori attivi, nelle diverse funzioni, in tutti i mandati. C’è un progetto o un’attività particolare, a cui ha preso parte, di cui va particolarmente fiero o che ritiene importante per lo sviluppo della Scuola o di un suo settore/ambito?

La risposta a questa domanda è obbligatoria, senza guardare al passato, ma con uno sguardo al futuro: è scontato che i progetti di cui vado particolarmente fiero e che mi appassionano sono quelli dei tre campus SUPSI che, dopo anni di costante impegno, ora finalmente si stanno realizzando con l’inizio dei cantieri.

Se sì, per quale ragione?

Sono convinto che la realizzazione di questi progetti permetteranno alla SUPSI di avere una nuova casa adeguata alle esigenze che sarà una premessa importante per lo sviluppo futuro.

C’è un ricordo particolarmente felice o un aneddoto che vorrebbe condividere?

I ricordi di una vita passata in SUPSI sono veramente innumerevoli. Difficile sceglierne uno solo, ma forse la consapevolezza di aver partecipato attivamente alla costruzione e all’affermazione di una scuola che è già da tempo diventata una realtà importante nel Cantone. Abbiamo alle spalle il periodo durante il quale, l’allora Direttore della SUPSI Angelo Rossi, mi diceva non è importante che si parli bene o male della SUPSI, ma che se ne parli. Ora la SUPSI è una realtà conosciuta e importante.

Se volesse rivolgere un augurio alla SUPSI per il suo anniversario, guardando magari al futuro, cosa direbbe?

Il raggiungimento del traguardo dei 20 anni può essere paragonato all’entrata nell’età adulta. Con l’età adulta, come per tutti, è giunto il momento di abbandonare la prima casa (casa dei genitori) per entrare in una nuova casa tutta propria.