Intervista a Marco Somaini, docente in Conservazione e restauro, DACD

in SUPSI dal 1997

Si ricorda il suo primo giorno in SUPSI?

Me lo ricordo bene: primo incontro con l’allora direttore del DAA (Dipartimento Arti Applicate) Michele Amadò nel suo ufficio in via Brentani nello stabile del CSIA: “Cerchiamo un restauratore che parli sia italiano che tedesco con pluriennale esperienza di cantiere nel restauro di dipinti murali, graffiti, intonaci, attivo nella Svizzera interna e non solo nella Svizzera italiana. Penso che lei sia la persona che fa per noi”!

Da quel momento, sono trascorsi 20 anni… Qual è stato il suo percorso all’interno della nostra Scuola universitaria?

Ho iniziato quale docente assistente del responsabile di laurea Salvatore Napoli, seguendolo come un’ombra sui cantieri didattici. In seguito sono stato nominato docente responsabile per i corsi pratici di tecniche artistiche e di metodi di intervento conservativo. Ho rivestito assieme ai docenti Salvatore Napoli e Albert Jornet il ruolo di responsabile di laurea nella preparazione dei peer review richiesti per il riconoscimento federale a tempo indeterminato. Alla nomina dell’arch. Giacinta Jean quale responsabile di laurea, la mia funzione all’interno dell’organico di docenti in CR è stata definitivamente formalizzata: docente a livello Bachelor dei corsi di tecniche artistiche (intonaci storici, graffiti, dorature) e dei laboratori sui cantieri didattici.

Essere attivi presso la stessa realtà da così tanti anni è segno di attaccamento: cosa le piace di più del suo lavoro, del mondo SUPSI?

In primo luogo il contatto quasi quotidiano con le giovani leve – le future restauratrici e restauratori – e la sensazione di riuscire a trasmettere la stessa passione per questa professione che io provo da 40 anni.

Dalla fondazione ad oggi la SUPSI ha vissuto un importante sviluppo: un percorso a cui hanno contribuito e contribuiscono tutti i collaboratori attivi, nelle diverse funzioni, in tutti i mandati. C’è un progetto o un’attività particolare, a cui ha preso parte, di cui va particolarmente fiero o che ritiene importante per lo sviluppo della Scuola o di un suo settore/ambito? Se sì, per quale ragione?

In particolare la “scoperta” nel 2004 della chiesa sconsacrata di S.Fedele a Roveredo quale importante cantiere-scuola per l’esercitazione delle tecniche di intervento e delle tecniche artistiche. Ancora oggi si sta confermando dopo 13 anni di preziosa utilità per la formazione pratica dei futuri restauratori.

C’è un ricordo particolarmente felice o un aneddoto che vorrebbe condividere?

Ce ne sono molti e riguardano quasi tutti frasi di riconoscenza sentite da studenti e da colleghi docenti.

Se volesse rivolgere un augurio alla SUPSI per il suo anniversario, guardando magari al futuro, cosa direbbe?

Penso che con 20 anni la SUPSI abbia raggiunto la maggiore età, per cui sono fiducioso nella sua continua crescita qualitativa e nella ricerca di adattamento alle nuove sfide nel campo della formazione.