Intervista a Mauro Rezzonico, docente di Ingegneria civile e Architettura, DACD

in SUPSI dal 1997

Si ricorda il suo primo giorno in SUPSI?

Una decina di anni prima della costituzione della SUPSI ero stato chiamato per un corso di statica alla SAT. Il passaggio alla STS, per la Sezione ingegneria civile fu poi breve. La trasformazione dalla STS alla SUPSI mi permise di vivere in prima persona un’esperienza bellissima: si passò da una scuola efficiente ma orientata ai confini cantonali ad una aperta, in rete con altre realtà nazionali, in cui si faceva spazio la ricerca applicata e la formazione continua. Fu un cambiamento basilare, che vissi su alcuni anni.

Da quel momento, sono trascorsi 20 anni… Qual è stato il suo percorso all’interno della nostra Scuola universitaria?

Fui coinvolto personalmente, con alcuni colleghi, nell’elaborazione dei nuovi programmi, nel corso di laurea di Ingegneria civile. Operammo all’inizio con una certa improvvisazione, poi sempre più con metodo, grazie a significativi contributi di personalità del mondo accademico e ai contatti con le altre scuole. Per qualche anno il mio impegno fu oneroso: dovetti poi scegliere fra il mondo professionale (che avevo nel frattempo un po’ trascurato) e il nuovo e affascinante mondo universitario ticinese.

Essere attivi presso la stessa realtà da così tanti anni è segno di attaccamento?

Ad un anno dal pensionamento, non posso che consigliare ad ogni collega che ne avesse la possibilità di avvicinarsi al mondo dell’insegnamento universitario professionale: l’età e la provenienza degli studenti, l’ambiente di lavoro, la sfida continua di affiancare il mondo professionale a quello scolastico, sono alcuni stimoli per giustificare un impegno ormai trentennale. Per un professionista impegnato giornalmente nella realtà lavorativa, il contatto con futuri ambiziosi colleghi è un’occasione continua di arricchimento personale.

Dalla fondazione ad oggi la SUPSI ha vissuto un importante sviluppo: un percorso a cui hanno contribuito e contribuiscono tutti i collaboratori attivi, nelle diverse funzioni, in tutti i mandati. C’è un progetto o un’attività particolare, a cui ha preso parte, di cui va particolarmente fiero o che ritiene importante per lo sviluppo della Scuola o di un suo settore/ambito?

Sono contento di avere contribuito a significative iniziative. Grazie a parecchie opportunità legislative e alla lungimiranza di numerosi dirigenti, i collaboratori della SUPSI hanno avuto occasioni per dimostrare impegno e competenze. Ho avuto l’onore di collaborare con molti colleghi, da cui ho appreso molto.

C’è un ricordo particolarmente felice o un aneddoto che vorrebbe condividere?

Ho contribuito alla formazione di molti ingegneri civili che operano sul territorio ticinese. Ogni incontro nella realtà professionale con ex-studenti diplomati e operativi è sempre un piacere.

Se volesse rivolgere un augurio alla SUPSI per il suo anniversario, guardando magari al futuro, cosa direbbe?

Da cittadino e imprenditore mi auguro che la SUPSI sappia mantenere la valenza acquisita, facendo attenzione a non diventare troppo grande: occuparsi di tutto e rispondere sempre ad ogni quesito non è semplice. La strategia deve essere pagante anche a lungo termine. Da ingegnere civile auspico che la formazione consolidata e il mondo del lavoro siano strettamente congruenti.