Posata la prima pietra del Campus universitario USI-SUPSI di Lugano-Viganello

Lugano, 2 ottobre 2017 – Dopo otto anni di pianificazione e progettazione, il Campus universitario USI-SUPSI di Lugano-Viganello entra nella fase di costruzione. Posata questa mattina la prima simbolica pietra dell’edificio che dall’anno accademico 2020/2021 accoglierà collaboratori e studenti dei due istituti universitari.

Si è svolta questa mattina, nell’area di cantiere ex-Campari, nelle immediate vicinanze dell’attuale Campus dell’Università della Svizzera italiana, la Cerimonia di posa della prima pietra del futuro Campus universitario USI-SUPSI. Un momento speciale e ricco di emozioni, svoltosi in presenza delle autorità comunali e cantonali, dei membri della Direzione e del Consiglio di USI e SUPSI, del team di progettisti, della stampa e di numerosi collaboratori dei due istituti.

La posa della prima pietra è stata anticipata dal saluto di benvenuto del Direttore generale SUPSI Franco Gervasoni e dagli interventi ufficiali del Presidente della Fondazione per le Facoltà di Lugano dell’USI Alfredo Gysi, del Presidente del Consiglio SUPSI Alberto Petruzzella, del Rettore dell’USI Boas Erez, del Sindaco della Città di Lugano Marco Borradori, del Consigliere di Stato On. Manuele Bertoli e del Responsabile di progetto Edilizia universitaria della Segreteria di Stato per la formazione, la ricerca e l’innovazione (SEFRI) Marco Müller.

“Un avvenimento, quello odierno” – secondo il Direttore generale SUPSI Franco Gervasoni – “che rende ancora più significativo questo 2017, anno in cui ricorre il ventesimo anniversario della SUPSI. Con la posa di questa prima pietra si concretizza la realizzazione di una parte del grande progetto logistico universitario cantonale, frutto della collaborazione con i diversi partner del territorio, permettendo al polo universitario ticinese di diventare sempre più attrattivo, con ripercussioni positive per tutta la Svizzera italiana.”

Il rettore dell’USI Boas Erez ha esordito esprimendo “la gratitudine dell’ateneo per quest’opera, che permetterà all’USI di svilupparsi e di continuare a crescere”. Il prof. Erez si è inoltre augurato che, oltre a servire dal punto di vista funzionale alla formazione e alla ricerca, il nuovo campus possa permettere un incontro più naturale e vivo tra l’Università e il resto della Città: “spero che la grande piazza all’interno del nuovo campus diventi un luogo di scambio, di reciproco arricchimento tra il mondo accademico e cittadini” – ha affermato. “Un primo passo in questa direzione è l’immensa tela d’arte di circa 160 metri di lunghezza sulle recinzioni di cantiere lungo il Cassarate, che ha come obiettivo quello di presentare fin da subito alla cittadinanza le aree scientifiche che saranno ospitate nel nuovo campus universitario.”

Alfredo Gysi ha illustrato la politica immobiliare della Fondazione per le Facoltà di Lugano dell’USI, all’interno della quale “questa impresa non è la prima, e non sarà neanche l’ultima.” Partendo dall’inizio, nel 1995, Gysi ha infatti raccontato alla platea il ruolo della Fondazione nella realizzazione prima del campus su via Buffi, ora del campus congiunto USI-SUPSI, per poi concludere con uno sguardo sul domani, grazie alle superfici di riserva a est e a nord del nuovo edificio già acquisite per assicurare la possibilità di crescere anche in futuro.

“Trascorsi otto anni dalla fase di ideazione a oggi,” – ha esordito il Presidente SUPSI Alberto Petruzzella – “si apre la fase di realizzazione del Campus di Lugano-Viganello che, a partire dall’anno accademico 2020/2021, accoglierà il Dipartimento tecnologie innovative della SUPSI, la Facoltà di scienze informatiche e la nuova Facoltà di scienze biomediche dell’USI.”
Alberto Petruzzella ha inoltre sottolineato l’importanza di un campus moderno per ulteriormente migliorare la qualità del l’insegnamento e della ricerca. “Siamo confrontati con una correlata e profonda ridefinizione della relazione fra l’apprendimento e lo spazio fisico dove avviene. Quest’ultimo, negli anni, si è diversificato e ampliato in modo molto significativo rispetto al concetto dell’aula o del laboratorio tradizionale, invadendo tutti i luoghi che concedono un accesso alla rete. Le aule e i laboratori devono quindi oggi rispondere a nuove e variegate esigenze per rendere efficaci le molteplici forme di insegnamento adottate, caratterizzate, in particolare nelle tecnologie, da una sempre più profonda integrazione con le attività di ricerca.”

Con la posa della prima pietra entra nel vivo lo sviluppo del polo universitario della Città di Lugano, complementare agli altri poli funzionali – turistico-congressuale, sportivo, culturale, scientifico, medico – realizzati sulla base di una elevata qualità urbanistica e architettonica. Per Marco Borradori, Sindaco di Lugano “la realizzazione del nuovo Campus ha l’ambizione di ampliare e rafforzare ulteriormente il nostro polo accademico, il cui tratto distintivo deve risiedere nella relazione e nell’integrazione sinergica fra discipline, fra docenti e studenti, fra il mondo della ricerca e dell’industria. L’obiettivo è creare un ambiente favorevole allo scambio delle conoscenze, al trasferimento tecnologico e allo sviluppo d’impresa; dobbiamo continuare a produrre un alto livello scientifico e culturale per inserire Lugano nella rete dei grandi centri universitari svizzeri: solo così potremo competere con gli atenei più virtuosi.”

Il Consigliere di Stato On. Manuele Bertoli ha invece aperto il suo discorso ricordando come il 2 ottobre 1955, esattamente 62 anni fa, venne disattivato l’ENIAC (Electronic Numerical Integrator and Calculator), primo computer elettrico general purpose della storia, una pietra miliare nella storia dell’informatica, nonché precursore dei nostri moderni computer. “Pensare che un computer potesse occupare una superficie complessiva di 180 m2 e pesare 30 tonnellate oggi fa quasi ridere. Eppure, questo e tanti altri granelli di storia hanno contribuito a far sì che oggi siamo qui riuniti a celebrare simbolicamente la nascita fisica del campus universitario USI-SUPSI di Lugano-Viganello”. Per il Consigliere, l’unione in un luogo unico di discipline e collaboratori appartenenti alle due istituzioni universitarie e la creazione di spazi comuni, nel tempo, “si tradurranno anche in una riduzione delle distanze mentali, in una maggiore cooperazione, nella costruzione e nel rafforzamento di una rete di collaborazioni sempre più fitta e proficua sia per la scienza che per la popolazione del nostro Cantone.”

Per la Segreteria di Stato per la formazione, la ricerca e l’innovazione SEFRI questo primo Campus misto è in anticipo sui tempi. “Il suo sovvenzionamento si basa infatti su due leggi che non esistono più perché sono state riunite in una nuova unica legge, la Legge federale sulla promozione e sul coordinamento del settore universitario svizzero” specifica Marco Müller, Responsabile di progetto Edilizia universitaria. “Per i progetti attualmente in cantiere in Ticino, inclusi il Campus SUPSI di Mendrisio e la nuova sede dell’IRB a Bellinzona, sono stati assegnati circa 80 milioni di franchi per contribuire ad un investimento totale dell’ordine di 260 milioni”, fondi assegnati dal SEFRI per l’innovazione la qualità, l’economicità e la flessibilità dei progetti presentati.”

Il Campus universitario USI-SUPSI di Lugano-Viganello è motivo di orgoglio anche per gli architetti Simone Tocchetti e Luca Pessina, il cui progetto, denominato Zenobia, scelto tramite un concorso internazionale di architettura convince sia dal profilo sia urbanistico che funzionale, rappresentando una soluzione di qualità per consentire lo sviluppo dell’USI e della SUPSI in prospettiva di medio e lungo termine.

Una pietra originale, quella posata stamattina, rappresentata da una fontana a forma elicoidale che richiama la forma del DNA. “L’elica è formata da due materiali che, unendosi, rappresentano simbolicamente il sostegno da parte della tecnologia all’indagine del mistero della vita” – ha spiegato il Rettore dell’USI Boas Erez – augurandosi che essa sia di “buon auspicio per le interessanti sinergie interdisciplinari che potranno svilupparsi sul nuovo campus”.

Tra il 2017 e il 2019 è prevista l’esecuzione dell’opera grezza del nuovo Campus. La fine dei lavori è pianificata a fine luglio 2020, a conclusione delle opere di finitura e di messa in esercizio.

A settembre 2020 il nuovo campus potrà accogliere circa 600 collaboratori, 1’000 studenti nella formazione Bachelor e Master e oltre 800 partecipanti all’anno nella formazione continua per l’anno accademico 2020/2021.