Intervista a Emanuele Berger
L’entrata in vigore del concordato HarmoS si avvicina. Quali sono i cambiamenti principali per i docenti dei vari ordini scolastici?
Vi sono due grandi innovazioni in HarmoS. Innanzitutto la continuità dei vari ordini scolastici, che inizieranno a tutti gli effetti con la scuola dell’infanzia. I piani di studio che si stanno elaborando in Ticino, infatti, riguardano la scuola obbligatoria nel suo insieme. Questo è sicuramente un elemento di novità perché impone a tutti gli operatori scolastici di pensare all’evoluzione del bambino in maniera organica. L’altro grande cambiamento è dato dall’affermarsi di un modello d’insegnamento basato sulle competenze: ciò implica una maggiore attenzione al processo di apprendimento dell’allievo, che prevarrà rispetto alla definizione di una semplice lista di nozioni da imparare, anche se nessuno metterà in discussione l’importanza del sapere. Un accento maggiore sarà, inoltre, dato alle competenze trasversali – come il saper collaborare, o il saper comunicare – attraverso lo sviluppo di una progettualità comune che coinvolgerà sempre più docenti di materie diverse.
Quali sono le sfide che questo cambiamento porta alla formazione dei docenti?
Innanzitutto occorre premettere che è in fase di sviluppo un’altra riforma ancora più ampia della scuola dell’obbligo, che tra gli aspetti innovativi comprenderà una differenziazione pedagogica molto sviluppata. Considerando quest’ultima e i cambiamenti apportati dal concordato HarmoS, si intuisce chiaramente che i docenti dovranno essere sostenuti e la loro formazione, soprattutto quella continua, sarà, di conseguenza, rafforzata e maggiormente pianificata. Oltre alle giornate di aula, sarebbe interessante sviluppare, sul modello francofono, delle vere e proprie comunità di apprendimento professionale, dei gruppi di insegnanti che, con il supporto di esperti esterni, riflettano sulle loro pratiche al fine di farle evolvere.
Su quali fronti la collaborazione tra DECS e Dipartimento formazione e apprendimento potrà evolvere in questo processo?
È possibile immaginare una linea di continuità con quanto già avviene oggi. Infatti, e penso in particolare alle attività nel campo della matematica, il Dipartimento formazione e apprendimento già sperimenta dei modelli che si avvicinano notevolmente alle comunità di apprendimento. Ciò che occorrerà implementare sarà una maggiore pianificazione sul medio e lungo termine, perché la formazione strutturata si compenetrerà sempre più con l’indispensabile attività di autoaggiornamento dei docenti.

(Photo by Nicola Demaldi)