Le tecnologie digitali e la scuola.

Intervista a Daniele Parenti, direttore del Centro di risorse didattiche e digitali (CERDD).

La scuola che verrà propone una visione di scuola nella quale le tecnologie digitali giocano un ruolo importante…

Il Centro Risorse Didattiche e Digitali (CERDD) del DECS non nasce in funzione de La scuola che verrà, ma crediamo che le tecnologie, utilizzate in un certo modo, possano portare un valore aggiunto pedagogico e didattico anche nella logica della visione espressa in quel documento.

Cosa significa questo in pratica per le vostre attività?

Il CERDD è attivo su tre livelli. Il primo è la definizione di una politica scolastica per l’integrazione delle tecnologie nella scuola. Il secondo riguarda le infrastrutture tecniche delle sedi scolastiche, come reti e sistemi. Il terzo elemento sono le sperimentazioni, cui forniamo accompagnamento.

Che accoglienza e reazioni incontrate da parte dei docenti?

Potrei dire che sono le reazioni classiche quando si parla d’innovazione. Ci sono quelli che ci credono, quelli timorosi, e c’è anche chi si oppone perché vede problemi, anche legittimi, e solleva perplessità. La percezione però è che ci siano una maggioranza di persone che hanno voglia di mettersi in gioco con le tecnologie nella scuola.

E la formazione dei docenti?

Il CERDD ha mandato di discutere di questo con DFA e IUFFP, dei quali rispettiamo ruoli e competenze. Abbiamo abbozzato qualche idea, ad esempio nel rapporto e-education, ma è un discorso che dobbiamo ancora affrontare insieme, anche se ci sono molti contatti informali. Il ruolo del CERDD sarà quello di dare stimoli, suggerimenti e indicazioni.

Nel piano degli studi le tecnologie trovano spazio dentro le discipline, e non come disciplina a sé. Questo presuppone un dialogo…

Credo che sia fondamentale che le tecnologie dialoghino con le didattiche disciplinari. Infatti, la sperimentazione alla scuola media di Breganzona riguarda anche la didattica della matematica, mentre quella a Minusio è incentrata prevalentemente sulle lingue. Identificare quali tecnologie usare per le varie discipline è molto impegnativo, anche più difficile che proporre una formazione tecnologica generale. Senza voler usare slogan, cerchiamo di proporre tecnologie che portino un valore aggiunto nell’insegnamento delle discipline, e stiamo vedendo – anche se siamo solo all’inizio – che questo avviene.

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