La scuola media in Ticino. Intervista a Tiziana Zaninelli

Dopo molti anni come docente di scuola media sei diventata capoufficio dell’Ufficio Insegnamento Medio. Cosa è cambiato?

Ho iniziato ad insegnare nel settembre del 1986 al Collegio Papio di Ascona, ho concluso a dicembre 2016 alla scuola media di Minusio…trent’anni con classi diverse, colleghe e colleghi, riforme, cambiamenti, novità, anni intensi e belli soprattutto grazie a quello che è il vero cuore della scuola: le allieve e gli allievi che accompagnano quotidianamente i docenti nella loro professione. Dal mio ufficio a Bellinzona vedo la scuola media, e la scuola ticinese grazie ai regolari contatti con i miei omologhi degli altri ordini scolastici, da un punto di vista diverso, spero sempre con la stessa attenzione e passione per l’insegnamento e le persone.

Come vedi la scuola media in Ticino? Quali sono le principali sfide educative che è chiamata ad affrontare?

Le 35 sedi di scuola media ticinese rappresentano molto bene quella che è la nostra realtà cantonale, sia per differenze geografiche che per caratteristiche. Vi è da parte delle direzioni e dei docenti il desiderio di offrire una scuola di buona qualità, attenta alle esigenze degli allievi sia in termini di istruzione che di educazione. Una scuola che si interroga sui propri percorsi, sulla propria offerta formativa, sui bisogni spesso nuovi che nascono e a cui bisogna rispondere, cercando di sostenere gli allievi più deboli, non dimenticando gli allievi intellettualmente più dotati, differenziando e aggiornando metodi e programmi.

Quali nuove opportunità porta il nuovo Piano degli studi, a fronte del grande impegno che richiede ai singoli docenti e alle sedi?

Il nuovo Piano degli studi, che copre l’intera scuola dell’obbligo, ha portato i docenti ad una riflessione sul loro modo di organizzare le lezioni, a ripensare i percorsi, a cambiare punto di vista. Ciò è avvenuto per quasi tutte le sedi di scuola media, l’ultimo gruppo di 9 sedi inizierà a settembre questo percorso, e ha comportato un impegno in termini non solo di tempo ma anche di formazione personale importante.

Per molti anni sei stata anche Docente di pratica professionale (DPP) per gli studenti del Master del DFA. Cosa ti ha dato questa esperienza?

Essere DPP è un modo per trasmettere quello che tempo e pratica professionale ti hanno insegnato, ma è anche un’occasione di aggiornamento e di scambio con i giovani docenti. Ho ricordi molto positivi delle e dei docenti in formazione che ho accompagnato nei loro mesi di pratica professionale, rivederli ora alle prese con le loro classi nelle varie sedi è motivo di orgoglio per la loro crescita e per il loro riuscito inserimento nelle nostre scuole.