Tutti i più disparati stili

Giacomo Leopardi, nello Zibaldone, lodava la lingua italiana per la sua capacità di adattarsi a «tutti i più disparati stili, ma conservando la sua indole». ʹDisparatiʹ si può dire che siano, oggi, anche i metodi e i modi del suo insegnamento, si tratti di lingua o di letteratura. Ma quali sono i più diffusi nelle scuole della Svizzera italiana? E quali le prospettive, anche alla luce degli attuali programmi di studio, che la ricerca offre affinché l’apprendimento degli studenti sia solido e adeguato alle difficili sfide del nostro tempo? Quali le proposte più innovative?

Per rispondere a queste e ad altre domande, il 12 e il 13 aprile 2019, grazie al coordinamento del Centro competenze didattica dell’italiano lingua di scolarizzazione (DILS) del Dipartimento formazione e apprendimento (DFA), si è svolto presso l’Università della Svizzera italiana (USI) e il Dipartimento formazione e apprendimento (DFA) della SUPSI il convegno “«Tutti i più disparati stili». L’insegnamento dell’italiano nel tempo presente, fra lingua e letteratura. Metodi e strumenti nelle scuole della Svizzera italiana”, rivolto ai docenti e animato dalle voci degli esperti a da quelle degli insegnanti, in un’alternanza di riflessioni teoriche e di proposte e testimonianze derivanti dall’esperienza didattica.

Molto autorevoli e apprezzati i relatori invitati, tra i quali figuravano i nomi di Maria Antonietta Grignani (Università di Pavia), Mara G. Lo Duca (Università di Padova), Giuseppe Patota (Università di Siena-Arezzo), Stefano Prandi e Fabio Pusterla (USI).

L’iniziativa si è inserita nel progetto per la fondazione del Centro di Didattica della Lingua e della Letteratura Italiana (CDLLI), nato su finanziamento del Segretariato di Stato per la formazione, la ricerca e l’innovazione (SEFRI) e dalla collaborazione tra il DILS, l’Istituto di studi italiani dell’USI, l’Alta scuola pedagogica dei Grigioni e l’Istituto Universitario Federale per la Formazione Professionale (IUFFP).