Iride 11 | novembre 2021

Universo anziani: tra vulnerabilità e potenzialità

 

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Universo anziani: tra vulnerabilità e potenzialità

Editoriale
Graziano Ruggieri – p. 5

Intervista
Raffaele De Rosa p. 6

Intervista
Maria Luisa Delcò – p. 8

Isolamento sociale e solitudine nell’anzianità
Stefano Cavalli, Stefano Cereghetti, Elia R.G. Pusterla e Daniele Zaccaria – p. 11

Dall’analisi del bisogno formativo ai percorsi di formazione continua in ambito geriatrico
Laura Canduci – p. 15

Anzianità complesse: quando i consumatori di sostanze stupefacenti invecchiano
Maria Caiata Zufferey e Lorenzo Pezzoli – p. 19

Il ruolo della contabilità analitica e della gestione della qualità nelle Case per Anziani ticinesi
Emmanuelle Bortolin e Domenico Ferrari – p. 23

Inserto – Anziano, ma non vecchio: la terza età come risorsa
Emiliano Albanese – p. 26

COVID-19 e anziani in Ticino
Laurie Corna, David Maciariello e Anna Maria Annoni – p. 29

TIncontronline: costruire benessere per le persone affette da Alzheimer e le loro famiglie
Rita Pezzati e Dante Carbini – p. 33

Pandemia, ergoterapia e stage resilienti: la testimonianza di Sara
Christian Pozzi e Sara Ribolzi – p. 37

Familiari curanti: una presenza rilevante nelle cure quotidiane a domicilio
Cesarina Prandi e Serenella Maida – p. 41

 

Gallery

Fotografie di R. Quadroni e D. Veschetti

Concetto fotografie a piena pagina
Come le persone, l’architettura è fatta di relazioni: gli edifici si incontrano, dialogano e convivono in un susseguirsi di cambi di funzione, di stratificazioni di stili e materiali, di luci e ombre che ne ridisegnano i volumi. Gli edifici sono anche la nostra espressione di intendere lo spazio, di relazionarsi con esso e la sua inesauribile necessità di mutare sotto la spinta evolutiva della società, di cui possono essere metafora. La convivenza tra nuovo e antico – spontanea, pianificata, a volte conflittuale – ci conduce di nuovo nel campo della relazione: come all’interno della collettività, assistiamo a dialoghi intergenerazionali, a scuole di pensiero – non sempre coincidenti – ma spesso riconducibili a un’origine e a una cultura comune.
Edifici che identifichiamo come anteriori all’oggi, attraverso il tempo hanno acquisito il diritto di essere memoria e nel contempo futuro; ci aiutano a celebrare il nuovo – di cui sono stati essi stessi interpreti – in un infaticabile avvicendarsi di situazioni.
Solo attraverso la relazione e una visione addizionale della società avremo sempre garantite l’inclusività e l’apertura al riconoscimento dei molteplici valori che la compongono.