Per una cultura condivisa dell’infanzia
Editoriale
Serenella Maida – p. 5
Intervista
Marco Galli – p. 6
Famiglie in mutamento. Nuove sfide per le politiche familiari?
Ornella Larenza – p. 9
Inserto – SUPSInido: presto saremo in tre
Elena Giambini – p. 12
Una politica fiscale a favore dell’infanzia?
Spartaco Greppi e Carmen Vaucher de la Croix – p. 15
Inserto – Povertà tra i minorenni: quadro generale e proposte di soluzione in Svizzera
Emanuela Chiapparini – p. 18
Diagnosi differenziale in età precoce: SUPSI ed EOC uniti in un progetto
Emmanuelle Rossini, Francesca Faraci e Michela Papandrea – p. 21
Intervista
Alessandro Bressan – p. 24
Tutti meritiamo un buon inizio
Mara Bianchini e Nathalie Rossi – p. 27
Approcci innovativi nella presa in carico di bambini in situazioni di vulnerabilità in Ticino
Fabio Lenzo, Ombretta Zanon e Paola Solcà – p. 31
In memoria di Marianne Galli Widmer
Maria Silvia Ceppi, Annamaria Bronner Pozzi e Serenella Maida – p. 35
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Per una cultura condivisa dell’infanzia
Gallery
Le fotografie provengono dai seguenti fondi
dell’Archivio di Stato:
- Fondo famiglia Gianella (copertina, pp. 8, 20),
- Fondo Edifici scolastici (pag. 4),
- Fondo Christian Schiefer (pp. 14, 26),
- Fondo Vincenzo Vicari (pag. 30).
Fotografia conclusiva (pag. 34): Sara Daepp, Preonzo
Concetto fotografie a piena pagina
L’infanzia è sempre stata oggetto di rappresentazione da e verso il mondo degli adulti. Nell’iconografia passata è stata spesso raffigurata attingendo a miti e simboli religiosi o come comparsa marginale e funzionale ai ritratti di famiglia, in cui troneggiavano i due genitori. In seguito, a partire dall’Ottocento, i primi studi pedagogici e le nuove sensibilità sociali hanno gradualmente portato il bambino al centro dell’immagine, conferendogli finalmente un ruolo da protagonista. La fotografia ha accompagnato questo cambiamento, abbandonando nel tempo stucchevoli fondali a favore di contesti di vita reale, e avvalorando così l’idea che la condizione dell’infanzia non è affrancabile dall’evoluzione della società e che essa trascende la contingenza dell’epoca in cui si colloca.
Le fotografie riprodotte in questo numero – messe a disposizione dall’Archivio di Stato – vogliono costituire un piccolo tratteggio di un’infanzia a cui, in un “approccio universalistico, differenziato e globale”, possiamo anche sentirci liberi di non attribuire un tempo, un confine.