Valutazione del dispositivo “Aiuti diretti”—Sostegno al mantenimento a domicilio

La ricerca valuta l’efficacia del sussidio cantonale per le spese personali di mantenimento a domicilio (i cosiddetti “aiuti diretti”, vedi “Quanto costa restare a casa” e “Modalità e forme d’impiego del sussidio per il mantenimento a domicilio“) e formula ipotesi di miglioramento del dispositivo in questione. Il sussidio è molto apprezzato e, in base alle esperienze delle persone intervistate, consente a chi ne beneficia di restare più a lungo al proprio domicilio. Esso contribuisce inoltre a ridurre le preoccupazioni finanziarie della persona e dei suoi familiari.

I beneficiari degli aiuti diretti vengono a conoscenza dell’esistenza del sussidio soprattutto tramite associazioni e fondazioni, ma anche per il tramite di familiari, conoscenti e del medico curante. Gli aiuti diretti sono utilizzati come forma di retribuzione per i caregiver o per far fronte alle spese quotidiane, comprese quelle legate ai servizi domiciliari ma non riconosciute dalle casse malati.

Come negli studi precedenti, vengono segnalate delle difficoltà nel reperire le informazioni necessarie e nel disbrigo delle pratiche amministrative. L’importo del sussidio è inoltre da molti valutato come insufficiente.

Parola/e chiave

Aiuti a domicilio
Familiari curanti

Autore/i

Spartaco Greppi, Gregorio Avilés, Sarah Lou Beltrami,
Antonietta Colubriale Carone, Daniela Crisà

Ente/i

Dipartimento economia aziendale, sanità e sociale (DEASS) – SUPSI

Periodo

2016 – 2017

Metodologia

Popolazione di riferimento: beneficiari degli aiuti diretti.
Campione: N=403, di cui 304 beneficiari AVS.
Raccolta dati: questionari standardizzati e interviste approfondite (n=35). In aggiunta, analisi secondaria di dati di statistica ufficiale (UACD).

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